QUANDO
L'inaugurazione sarà venerdì 19 dicembre alle ore 18:30
Dopo la presentazione ci fermeremo per un brindisi di auguri.
Successivamente la mostra seguirà gli orari di apertura del MuCE (Museo dei Colli Euganei)

DOVE
Presso l'Auditorium comunale
Via Fabio Filzi, 2
35030 Galzignano Terme PD
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PARCHEGGIO
Via Pavaglione, 15
35030 Galzignano Terme (PD)
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PER INFORMAZIONI
MuCE
Tel. 049 7992226 / 049 9131023

Franco Zurlini

nato a Galzignano il 5 aprile del 1951. Fin dall’infanzia, affascinato dall’arte, in particolare dalla pittura, comincia già in giovane età ad interessarsi e a studiare i pittori impressionisti e surrealisti. Da autodidatta, partendo con dei quadri che imitavano lo stile di famosi pittori come Monet, Courbet e Goia, con gli anni ha perfezionato e sviluppato un proprio modo di approcciarsi alla pittura. Amante e conoscitore dei colli adora portare su tela la bellezza del nostro territorio. Le sue opere sono sparse in vari paesi del mondo, come Australia e Russia. 

   

 

Giovanni Antonio Marzolla

nato a Adria il 12 Marzo 1891. Studia e si laurea in architettura a Bologna nel 1916.
Si interessa subito alla vita degli artisti e vi partecipa attivamente e nel 1916 espone alla Guido Reni.
Terminata la guerra tiene mostre in arie città d'Italia. È stato segretario degli artisti Polesani dal 1927 al 1932. Insegna in quel periodo a Rovigo ove rimane fino al termine dell'insegnamento. Ha esposto a Padova e a Lugano (Svizzera) con notevole successo di critica.
Sue opere si trovano presso la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, presso la Camera di Commercio di Rovigo, presso il Comune di Adria e presso collezionisti Italiani e Stranieri.

   

Su Marzolla scrive Carlo Enrico Tincani:
Nella solitudine senza tempo del Colli Euganei, dolcemente silenziosa come la campagna d'autunno, dimora un artista la cui avanzata stagione consente ancora nella pace eremitale della sua piccola casa - virtuosismi tecnici e pregnanze poetiche di una struggente attualità.
Architetto, insegnante di disegno alla Scuola Professionale ed all'Istituto Tecnico per Geometri di Rovigo, Direttore della Scuola d'Arte di Badia Polesine negli anni '30, laureato -per amore del sapere- anche in Filosofia e in Scienze Biologiche, Giovanni Antonio Marzolla ha avuto nel corso della sua lunghissima vita
esperienze, soddisfazioni e dolori di ogni genere.
È stato insegnante, funzionario e persino - per breve tempo - contadino, rivelando nel contempo il tono arcanamente modesto ed il tocco squisito dell'artista di rango.
Ogni sua opera, sia essa una tempera, un acquerello, un olio, gli scaturisce da uno sguardo attento, analitico, sperimentale, reso da un gesto che nel colore s'impregna di sicurezza, di precisione e di rapidità.
Ha le mani simili agli alberi della campagna euganea: così decisi nel loro protendersi al cielo, così solidi e nodosi, così compatti e pur così eleganti, contraddittori come le sue dita di vecchio non ancora rassegnato, tutto proteso a cogliere i più riposti valori dell'umana esistenza.
E certo se la implacabile logica dello scienziato tenta di cogliere e di esprimere la struttura delle cose, un artista come Giovanni Antonio Marzolla rappresenta la mediazione più autentica e compiuta tra l'oggetto contemplato ed il soggetto contemplante, diviene una perenne fonte di riscoperta - mediante le sue opere - di sentimenti e di sensazioni.
La visione delle nature morte e dei paesaggi dell'artista adriese rappresenta la catarsi che dell'esperienza divisionista della giovinezza ha operato la successiva scelta impressionista, con esiti che rendono possibile l'accostamento della sua arte, specie quella degli ultimi anni, a Cezanne, Pissarro e soprattutto Sisley. L'immediatezza delle impressioni, che la luce e il colore rendono e rievocano, il suo dipingere in "plein air", con pennellate rapide e succose, la trasformazione del chiaroscuro in passaggio cromatico, permeano ogni fibra delle sue opere di immediatezza e di autenticità.
Ogni sua tempera possiede, accanto alla armoniosa compattezza delle strutture cromatiche, la precisa nervatura dei sogni in penna, che l'artista rende ora definizioni vibranti degli insiemi, ora animatori sotterranei di sfondi e di figure. Più dilavata l'armoniosa compostezza degli acquerelli, che delle tempere paiono i sogni, le visioni, le dissolvenze.
Nelle immagini dei colli, da Rocca Pendice alla Chiesa della Madonna del Monte, nelle visioni di Padova, negli scorci della Chiesa di S. Francesco e del duomo di Rovigo, nelle bellissime tempere romane: dal lago di Bracciano ai ruderi preziosi della Domus Aurea, dalla Tomba di Cecilia Metella, dei Mercati Traiani, e finalmente nelle nature morte (dai frutti e dagli ortaggi al rarissimo vaso di fiori ed alle foglie secche) vivono sempre la medesima concezione rigorosa dell'arte e dell'esistenza, la stessa meditata riflessione, un incantato stupore davanti all'eternità del quotidiano.
Ogni cosa: paesaggi, nature morte, volti, e' immersa nella luce austera del pensiero, cui il sentimento soggiace non già perché dominato dalla asettica pace della razionalità, ma perché distillato da una serena saggezza.
Immagini e impressioni sono rese immobili nel tempo per vivere nel tempo: partecipate essenze di uno sguardo pervaso dalla dolcezza squisita delle cose del buon tempo antico, cui il moderno non ha saputo nulla togliere e poco dare di validamente alternativo.


La scomparsa di Giovanni Marzolla - Un artista immerso nella natura
Giovanni Marzolla era un pittore straordinario, famoso per la sua capacità di catturare la bellezza della natura con i suoi pennelli. Nella pittoresca Valpianzio, situata a Galzignano Terme, non c'era frutto, verdura, fiore di campo o selvaggina che sfuggisse alla sua maestria prima di arrivare nella cucina del Convivium ai Colli, il ristorante legato al resort Belvedere.
La valle, situata ai piedi del monte Rua e vegliata dal monastero camaldolese, era un tesoro di materie prime che arricchivano la cucina locale con i loro colori e sapori variopinti, ben distribuiti con il cambiare delle stagioni. Per Giovanni, questi doni della natura non erano solo soggetti da dipingere, ma anche una fonte inesauribile di ispirazione e prospettive.
La Prospettiva come Filosofia di Vita
Per Giovanni, la prospettiva non era solo una tecnica artistica, ma una vera e propria filosofia di vita. Ogni elemento del paesaggio, ogni oggetto, ogni sensazione ed emozione veniva valutato attraverso il prisma della prospettiva. Questa visione si rifletteva anche nella convivialità del Convivium ai Colli, che diventava un luogo di incontro gioviale e di scambio culturale tra pittori, poeti e scrittori.
Un Mondo di Ispirazione
La terrazza sulla Valpianzio, il dolce riposo al resort Belvedere, una lettura rilassante nel giardino o una passeggiata nei boschi dei Colli Euganei erano tutte esperienze che arricchivano l'anima del pittore. Tuttavia, Giovanni Marzolla ora gode di queste meraviglie in un'altra dimensione, poiché è scomparso nella natura che amava tanto ritrarre.
Il Mistero della Scomparsa
La sparizione di Marzolla è avvolta nel mistero. La sua casa, i suoi libri, scritti, mobili e perfino i suoi indumenti sono svaniti. La piccola casa, un tempo accessibile a tutti nella Valpianzio, sembra essere stata inghiottita dalla terra stessa. Ciò che rimane sono una manciata di quadri lasciati al Convivium Belvedere, come segno di gratitudine per l'ospitalità ricevuta e per fissare nel tempo tutte le emozioni e le ispirazioni che la valle gli aveva donato.
La scomparsa di Giovanni Marzolla è una storia di fascino e mistero, un racconto di un uomo che ha trovato l'eternità nel cuore della natura che tanto amava.